mercoledì 11 dicembre 2013

L'acqua, un bene comune

TUONI, FULMINI, SAETTE.
Da giorni  il cielo intorno ardeva di rossi fuochi minacciosi e l’aria era greve di un mistero indefinito.
-Corriamo da quella parte!
-Perché, Alan, che cosa c’è?
- Ho visto qualcosa, Barth!
-Che cosa?
- Non lo so…forse una luce…forse qualcosa o qualcuno! Forse qualcuno.
- Potrebbe essere pericoloso. Io ho paura, ma non voglio lasciarti solo. Andiamo.

Barth e Alan erano amici inseparabili e gli amici inseparabili, si sa,  non si separano mai, soprattutto nei momenti più difficili.
Si erano conosciuti in prima elementare e da allora, erano  passati sette anni, non si erano mai persi di vista. Li univa la passione per la robotica , le passeggiate all’aperto e una spiccata curiosità  per il mondo e i suoi abitanti. Alan però aveva una marcia in più per via di quel suo carattere ribelle e impulsivo, a cui faceva da contrasto   una faccia buffa e  piena di lentiggini.
Nel paese non si parlava d’altro; c’era chi azzardava teorie scientifiche , ma i più fantasticavano su  visite aliene, provenienti chissà da quali galassie. Erano certi, costoro, che si trattasse di creature viventi catapultate sulla terra da uno dei buchi neri sparsi nell’Universo.
Barth ne era convinto. Da  sempre appassionato di cerchi nel grano, si vantava di averne individuato uno di modeste dimensioni, nei pressi del fontanile. Da qui, la sua ipotesi era presto fatta: gli extraterrestri erano scesi sulla Terra per rubare l’acqua del nostro pianeta.
-         Fantasie, Barth, solo fantasie.
Alan, infatti  era scettico, molto scettico e non avanzò nessuna spiegazione, almeno all’inizio.
Comunque tutte e due decisero che si sarebbero dati da fare per scoprire la verità.

E statene certi che lo avrebbero fatto.

Sistematicità e costanza, secondo Barth, intuito e prontezza dal punto di vista di Alan.
Come avrebbero messo insieme questi loro metodi di indagine era un mistero.
Intanto il primo cominciò a raccogliere tutti gli indizi su un taccuino.
Alla fine risultò che i primi avvistamenti erano iniziati il giorno successivo alla  scoperta del cerchio di grano presso il fontanile, precisamente il giorno 24 giugno 3015 e che i lampi di fuoco apparivano e scomparivano a intervalli regolari (durante il giorno se ne contarono esattamente 12).

AVVISO AI CITTADINI

Si avvisa la cittadinanza che nei prossimi giorni l’erogazione dell’acqua potabile potrà subire delle limitazioni, a causa dell’abbassamento del livello delle disponibilità idriche.
Per qualsiasi informazione, contattare l’Ufficio tecnico o chiamare il numero verde 800 900 600.

Il Sindaco



La notifica dell’ordinanza sindacale sembrò chiudere il cerchio degli indizi e confermare i sospetti di Barth.
-         Dammi retta, Alan. Sono gli alieni! Rubano la nostra acqua!

Qualche giorno più tardi, una nuova ordinanza sindacale vietò l’uso delle utenze idriche domestiche e dispose che l’acqua fosse acquistata dalle fontanelle pubbliche, presidiate dalla polizia locale e da un esattore delle imposte che erogava il liquido in base alla somma di denaro versata.
La vita nel paese era diventata  un inferno.

-Ho tre bambini piccoli.
-Dovrò chiudere il mio ristorante?
-Non potrò più fare il pane!
- Il mio giardino…

C’era un uomo  vestito di bianco , con una conca e un  mestolo; si aggirava per le vie e le piazze del paese a distribuire acqua ai passanti. Anche Barth  e Alan bevvero l’acqua dalla conca, pensando a quanti lo avevano fatto quel giorno prima di loro.
Che cosa sarebbe successo se l’acquedotto comunale si fosse seccato del tutto?

-E’ tardi, Alan, andiamo via.
 Barth era sfinito per  il lungo appostamento, ma proprio quando stavano per lasciare il fontanile, si accorsero che qualcosa lampeggiava.
Un fascio di luce a intermittenza rischiarava la zona e un rumore sordo scuoteva l’oscurità.
C’era una strana atmosfera di attesa che raggelava i pensieri e impediva qualsiasi decisione. Alan chiamò Barth, bisbigliandogli nell’orecchio. Restarono immobili.
Dal cielo appena sopra di loro, videro scendere un fascio di luce luminosa imperlato di microscopiche goccioline d’acqua, sembrava una cascata di perle diafane che invece di scendere, saliva. Alan e Barth seguirono la scia luminosa e si accorsero che  terminava nel fontanile.
-Barth, guarda la luce, sembra che beva l’acqua del fontanile! Andrò a vedere da vicino, rimani qui.
Barth aveva paura a rimanere da solo, perciò seguì  l’amico, ma nel muoversi urtò la ferraglia dietro la quale si era appostato, producendo un rumore assordante, reso ancora più stridulo dal silenzio della notte.

Contemporaneamente il raggio luminoso assunse le sembianze di un gigante meccanico che roteando i suo occhi di brace sulla campagna deserta, illuminò  Barth e Alan.
Pietrificati e sospesi come due stalagmiti, Alan e Barth riuscivano a malapena a respirare; ogni tanto uno sguardo forzato dava la misura esatta del loro terrore.
Quegli attimi sembrarono infiniti; sospesi a metà strada tra il cielo e la terra. Nessuno dei due osava pensare a che cosa sarebbe successo da lì a poco.
Ma ecco, come un’eco lontana, ebbero la sensazione di sentire una voce, forse più di una voce.
Da quella singolare posizione, si sentirono vicini alle stelle.
Lanterne cinesi salivano leggere , puntellando di fuochi la volta del cielo, mentre un canto di libertà saturava l’aria, rompendone il silenzio.
Li avresti potuti riconoscere tutti gli abitanti del paese, uno a uno, sfilare dietro l’uomo vestito di bianco.
La marcia dell’acqua era stata organizzata giorni prima proprio per quella sera.
Mille o forse più persone, bambini, adulti, anziani avanzavano in religioso silenzio verso il fontanile per una veglia comune.
Alan e Barth restarono a guardare  meravigliati, mentre  i loro sguardi si addolcivano scaldati dal respiro  dei manifestanti.
Quale fu la reazione del corteo, quando, risalita la pianura, si trovarono davanti a quella strana scena, non è difficile da immaginare.
In quel momento , a tutti gli attori di quella strana notte, si chiarì un mistero che ormai durava da giorni.
Ognuno di loro, incrociando gli sguardi, ebbe tutte le risposte.
Era il momento di agire. L’uomo dalla veste bianca cominciò ad avanzare verso il fascio luminoso, offrendo l’acqua attinta dalla conca.
Nessuno sapeva la risposta, ma in quella atmosfera rarefatta nulla lasciava pensare al peggio.
La luce robotica dapprima si irrigidì, facendo vorticare Alan e Barth, poi divenne sinuosa e lentamente depose a terra i due ragazzi.
Simile a un aspirapolvere, risucchiò il manifestante che scomparve dalla vista dei presenti.
Non passò molto tempo e la luce vivente ricomparve.
Il cielo illuminato dalle lanterne cinesi, illuminò l’uomo dalla veste bianca: la conca e il mestolo erano spariti.
Alan e Barth   si girarono a guardare la scia luminosa dell’astronave  in fuga verso l’Universo

martedì 10 dicembre 2013

LA LETTERA DA VENTIMIGLIA (U. FOSCOLO,pp. 294-296)

Rispondi sul quaderno


  1. Come è descritto il paesaggio al confine tra Francia  e Italia?
  2. Quale figura retorica ravvisi nel verso "la natura siede qui solitaria e minacciosa..(rigo 10)?
  3. Quali sono i rischi che gli Italiani corrono per il futuro?
  4. Che cosa significa l'espressone "i nostri fasti..(rigo 22)?
  5. Dal rigo 25 in poi, Jacopo-Foscolo esprime una sua visione della storia. Qual è? Come la definiresti? C'è nella lettera una frase che potrebbe riassumere questa visone? Individuala e scrivila.
  6. Perché, secondo Jacopo, gli uomini inventano la religione?
  7. Qual è dal punto di vista del personaggio l'unica vera virtù?
  8. Perché Jacopo rinuncia a fuggire?
  9. Dove decide di andare? perché?
  10. Esprimi una tua riflessione sul personaggio di Jacopo Ortis.

sabato 19 ottobre 2013

SCARPE ROSSE

SCARPE ROSSE
INIZIATIVA CONTRO LA VIOLENZA SULLE DONNE

SPI CGIL ROMA EST VALLE DELL’ANIENE

LO SPI, ossia il Sindacato Pensionati Italiani ha organizzato presso le Scuderie Estensi di Tivoli il giorno 19/10/2013 UN INCONTRO dedicato alla violenza sulle donne, dal titolo emblematico SCARPE ROSSE.
Perché la scelta di questo titolo?
Nello spazio antistante le Scuderie, sulla pavimentazione di Piazza Garibaldi, gli organizzatori hanno allestito una location simbolica , formata da due file parallele di scarpe rosse, un sorta di corridoio terminante sulla vasca centrale, quella sovrastata dall’”Arco” dello scultore Pomodoro.

A dare il via al dibattito, è stato il segretario generale del sindacato, sig, Francesco Ciccotti  il quale ha sottolineato l’impegno dell’organizzazione in questo ambito e ha subito posto all’attenzione dei presenti una questione delicata.
La LEGGE SUL FEMMINICIDIO, approvata  di recente in seguito alla ratifica della CONVENZIONE DI ISTANBUL, pur rappresentando un' importante conquista, può davvero ritenersi risolutiva?
Le voci contrarie parlano di legge anticostituzionale e lacunosa.
Sta di fatto che un intervento decisivo era richiesto da tempo.
I dati statistici mostrano che mentre sono in diminuzione gli omicidi, aumentano quelli contro le donne. 137 sono state le vittime nel solo 2012 e quest’anno il numero sembra destinato a salire. E’ evidente che una legge non basterà; è sempre più urgente, pertanto, un intervento radicale a livello politico, contrattuale e culturale.

Quest’ultima affermazione è stata man mano chiarita nel corso del dibattito, grazie ai numerosi e variegati interventi.

Una frase è risuonata costante, quasi una sorta di leit-motiv: la parola d’ordine è cambiare le coscienze degli uomini. Sì, proprio degli uomini per costruire una cultura di genere basata sull’eguaglianza  dei sessi.
Tra i  relatori che si sono passati la parola -  c’è da dire che gli interventi sono stati sempre chiari, efficaci e brevi-   i  Giovani Democratici   hanno creato un momento di straordinaria intensità , prestando la loro voce ai versi di tre grandi poetesse.






A tutte le donne di Alda Merini
A tutte le donne
Fragile, opulenta donna, matrice del paradiso
sei un granello di colpa
anche agli occhi di Dio
malgrado le tue sante guerre
per l’emancipazione.
Spaccarono la tua bellezza
e rimane uno scheletro d’amore
che però grida ancora vendetta
e soltanto tu riesci
ancora a piangere,
poi ti volgi e vedi ancora i tuoi figli,
poi ti volti e non sai ancora dire
e taci meravigliata
e allora diventi grande come la terra
e innalzi il tuo canto d’amore.




Femminicidio di Mariella Mulas
Desolata virtù
d'amore,
ha terrorizzati
occhi opachi
nel cammino del destino
seviziato...
Duole l'attimo
dell'istinto ferale
che chiama
la morte
come killer goduriosa
della vita da sigillare
al buio dell'infinito...
e così tu, giovane,
tu madre,
tu amante,
tu tradita,
tu,
semplicemente
donna,
tu,
ogni volta affogherai
nel tuo sangue,
se non soddisferai
l'orgoglio oscuro
del maschio
che non sopporta
l'umiliazione
del tuo abbandono,
della tua ribellione,
della tua volontà di riscatto,
conscio che volevi solo vivere
un'altra vita lontano
da ogni sua ostile
emanazione.









Rose di Sibilla Aleramo

Rose calpestava nel suo delirio
E il corpo bianco che amava.
Ad ogni lividura più mi prostravo,
oh singhiozzo, invano, oh creatura!
Rose calpestava, s’abbatteva il pugno,
e folle lo sputo su la fronte che adorava.
Feroce il suo male più di tutto il mio martirio.
Ma, or che son fuggita, ch’io muoia del suo male.




Prendendo spunto dall’ultima poesia, l’ASSOCIAZIONE RETE ROSA  ha sottolineato con forza  come  da tantissimo tempo si conosce e si parla della violenza sulle donne, e nonostante ciò continuano a mancare le risposte istituzionali. La stessa recente legge , ad esempio, non prevede fondi economici per potenziare i consultori, case per donne che hanno subito maltrattamenti e sportelli d’ascolto. Viviamo in una società, afferma la referente dell’Associazione, profondamente maschilista. Dovremmo cambiare la cultura. Non esiste un libro di storia tutto al femminile né tanto meno di letteratura. Che cosa possiamo aspettarci, se non solo belle parole ogni volta che qualcuno organizza un convegno o si piange per una nuova vittima?

L’ASSOCIAZIONE 8 MARZO ha invece posto l’accento su quanto di concreto si è riusciti a fare a Tivoli con l’azione integrata delle forze di polizia, associazioni (Centro antiviolenza “Le Lune” di Colle Fiorito di Guidonia) e ospedale. Questa sinergia ha portato all’istituzione, presso il Pronto soccorso dell’Ospedale di Tivoli,   del CODICE ROSA INTEGRATO che,  come ha  precisato l’ispettore  del Commissariato di Tivoli dott. Sinibaldi, garantisce riservatezza, protezione, assistenza legale, medico-sanitaria e psicologica.
Nel solo 2012 sono stati trattati 750 casi   conclusisi con 72 arresti.

I casi di violenza sulle donne richiedono mesi se non anni di lavoro; non è semplice ricostruire gli elementi oggettivi necessari a determinare la condotta delittuosa; spesso si tratta di violenza psicologia, economica, patrimoniale, oltre che fisica. È un lavoro di ricostruzione enorme e senza l’apporto degli altri soggetti (avvocati, assistenti sociali, psicologi, medici) nulla sarebbe possibile.

Insomma, la legge è importante, è giusto inasprire le pene , ma non deve finire qui. Le pene sono provvedimenti che si applicano a posteriori, quando ormai il delitto è stato commesso. Un articolo della legge di recente approvazione che il deputato della Camera presente al Convegno, on.le Monica Gregori, sottolinea essere un’importante conquista del Centro-Sinistra, è il chiaro segnale di quanto la nuova norma sia lacunosa. Nell’articolo si afferma che , una volta fatta la denuncia, la donna non può più tornare indietro.
Ora, se da un lato ciò assicura alle forze di polizia e poi alla magistratura una continuità nella trattazione del reato, dall’altro la donna che ha effettuato la denuncia non ha a disposizione strutture di accoglienza dove poter risiedere. Dove andrà, una volta denunciato il suo aguzzino? Spesso si tratta di donne senza lavoro e senza una dimora.

Senza lo stanziamento di fondi e l’apertura di strutture di accoglienza, sarà difficile incoraggiare la denuncia delle violenze subite.
Ancora una volta, siamo di fronte ad un profondo scarto tra ciò che è stato detto e ciò che è stato realizzato.
L’on.le Andrea Ferro, deputato della Camera, ha evidenziato i segnali positivi della Legge di stabilità del 2013: per la prima volta dopo 12 anni non sono stati effettuati tagli drastici nei comparti sanità, istruzione e enti locali. E ciò fa ben sperare su un cambiamento di rotta, ancora troppo  timido, purtroppo.

Anche il Presidente dell’ANPI (Associazione Nazionale Partigiani Italiani), forte della sua esperienza di infermiera del 118, ha sottolineato l’importanza degli stanziamenti in questo settore. La maggior parte delle donne che si sono presentate o si presentano al Pronto soccorso non vogliono reagire perché non saprebbero come affrontare le conseguenze.
Molto spesso, infatti,  non hanno lavoro e quindi non possono permettersi di scegliere.

Le parole-chiave per una lotta efficace sono: PREVENZIONE, AZIONE E FONDI.
I finanziamenti pubblici sono la condizione sine qua non; il volontariato dovrebbe affiancare le istituzioni e non sostituirlo.
Mentre  in Italia esiste una legge speciale di protezione (la 41 bis) per i pentiti, altrettanto non si può dire per le donne che decidono di denunciare le violenze subite.
Molto più efficace sarebbe la prevenzione. Spesso all’origine di una condotta violenta c’è una conflittualità genitoriale ed è per questo che sarebbe necessario potenziare anche i SERVIZI DI MEDIAZIONE FAMILIARE.
Chi è l’uomo violento? Qual è la sua carta d’identità? Spesso si tratta di persona vissuta all’interno di un contesto familiare dominato dalla violenza.

In conclusione, con la parola femminicidio (lemma  attestato a partire dagli anni ‘90)  si intendono  tante forme di violenza fisica, psicologica, economica, sessuale tutte perpetrate contro le donne.
Il femminicidio è un genocidio contro le donne. In Italia il numero delle vittime è sconcertante e la colpa ricade interamente sulle scelte politiche che sono state fatte nel passato e che si continuano a fare ancora oggi. Le quote rosa di cui tanti si vantano sono solo la concessione di una classe politica profondamente maschilista.
L’Italia non ama le donne? La violenza sulle donne ha ragioni profonde ed esse risiedono nella nostra società e nel nostro immaginario. Spesso le vittime di queste violenze sono le donne anziane, maltrattate  non sole dai figli e dai mariti, ma anche dai centri di assistenza.

Sono necessari dei profondi cambiamenti politici, contrattuali e culturali.
 È necessario partire dalla  scuola e  investire nell’Educazione alla cittadinanza; c’è bisogno di un grande cambiamento delle mentalità, c’è bisogno di parole nuove per costruire una nuova civiltà e una nuova relazione tra uomini e donne.


Relazione sul convegno.





            Argomenti da approfondire in gruppo per la RELAZIONE

1.     LEGGE SUL FEMMINICIDIO
2.     CONVENZIONE DI INSTANBUL
3.     CODICE ROSA INTEGRATO
4.     LEGGE 41/BIS
5.     SERVIZI ANTIVIOLENZA E ASSOCIAZIONI
6.     SERVIZI DI MEDIAZIONE FAMILIARE

7.     QUOTE ROSA

lunedì 7 ottobre 2013

Il Settecento, età di rivoluzioni

IL SETTECENTO: L’ETA’ DELLE RIVOLUZIONI




  1. Perché Montesquieu è considerato il padre del liberalismo politico?
  2. Perché Rousseau è considerato il padre della democrazia moderna?
  3. Contro quali pratiche giudiziarie l’opera di Cesare Beccarla Dei delitti e delle pene lancia le sue accuse ?
  4. Che cosa si intende per dispotismo illuminato? (Fai qualche esempio)
  5. Perché è stata scelta la data del 1769 come inizio della Rivoluzione industriale?
  6. A quale data si fa risalire la nascita degli Stati Uniti d’America?
  7. Quali erano i motivi di maggior scontro con la madrepatria?
  8. Secondo la Dichiarazione d’indipendenza americana, quali sono i tre diritti inviolabili dell’uomo?
  9. Qual è l’importanza del Bill of rigth?
  10. Qual è l’importanza della Dichiarazione dei diritti dell’uomo e del cittadino?
  11. Che cosa si intende per Ancien regime?
  12. Quali furono le cause politiche, sociali, economiche e culturali della Rivoluzione francese?
  13. Perché gli storici hanno scelto   la Rivoluzione francese come evento che dà inizio all’Età contemporanea?
  14. Quali categorie di lavoratori comprendeva il Terzo Stato?
  15. Quali furono le accuse che decretarono la morte di Luigi XVI?
  16. Quali eventi esterni e interni scatenarono il Terrore?
  17. Perché possiamo affermare che i moderni schieramenti politici sono figli della Rivoluzione francese?
  18. Quali furono  le forze politiche protagoniste della Rivoluzione francese?
  19. Chi furono i  maggiori rappresentanti delle forze di Sinistra in Francia durante la seconda fase (1792-1794)?
  20. Che cos'era la LEGGE DEL SOSPETTO proposta da Saint Just?
  21. Quanti furono i processi sommari  e arbitrari intentati in base a questa legge e quante le esecuzioni?

sabato 21 settembre 2013

IL BAROCCO (APPUNTI PER IL SAGGIO BREVE)

IL BAROCCO
STORIA
Da un punto di vista cronologico abbraccia il XVII sec.; incerta l’etimologia del termine: starebbe ad indicare qualcosa di STRAVAGANTE E DISARMONICO  (perla irregolare).Tra i fatti più eclatanti:
  1. la  Guerra dei ’30 (1618-1648)
  2. il rogo di Giordano Bruno
  3.   l’abiura di Galileo Galilei

1)      è l’ultima delle grandi guerre di religione che avevano caratterizzato tutto il 1500; fu combattuta da coalizioni di stati cattolici, capeggiati dall’Austria asburgica e protestanti, capeggiati dalla Francia e si concluse nel 1648 con la pace di Westfalia che ebbe importanti ripercussioni in tutta Europa:
·        tramonto della potenza asburgica
·        ascesa della potenza francese[1]
·        ascesa della Prussia tedesca

2)      3) fatti drammatici, espressioni entrambi del clima di intolleranza prodotto dalla Controriforma cattolica.



CULTURA BAROCCA
Il B. è un’età di crisi sia politica che economica  che morale. ESSO SI AFFERMA SOPRATTUTTO TRA L’ITALIA E LA SPAGNA (sono gli stati maggiormente toccati dalla crisi)
Le guerre di religione e di espansione, le epidemie e le carestie portate dal passaggio dei soldati fanno venire meno quella fiducia ottimistica che aveva caratterizzato il periodo umanistico-rinascimentale durante il quale il modello di riferimento culturale ed etico era stato senz’altro il mondo classico con la sua linearità e la sua razionalità. Alla luce della recente storia, la visione classicistica non può più essere la chiave di lettura ideale del mondo. La cultura classica, infatti, si allontana decisamente dai canoni classici, rifiutandoli e ad essi sostituisce nuovi canoni.
CANONI ARISTOTELICI
IMITAZIONE DELLA NATURA
UNITA’ DI TEMPO, DI LUOGO E DI AZIONE
RAZIONALITA’

CANONI BAROCCHI
CONCETTISMO (RICERCA DI ACCOSTAMENTI METAFORICI ARDITI; ACUTEZZA E ARGUTEZZA, RICERCA DEL MERAVIGLIOSO)
MESCOLANZA DI GENERI (GENERI DI GRANDE SUCCESSO: MELODRAMMA E ROMANZO)
SENSUALISMO (OSSIA LA RICERCA , ATTRAVERSO I SENSI, IN PARTICOLARE LA VISTA, DELLE NOVITA’, DELLE SORPRESE, DEGLI EFFETTI


CONCEZIONE FILOSOFICA
 Le scoperte scientifiche e le discussioni intorno al concetto d infinito, determinarono un cambiamento nel pensiero dell’epoca, con risvolti pessimistici. Credere che l’infinito non fosse solo un concetto astratto, come aveva sostenuto Aristotele, ma una realtà concreta fece insorgere sentimenti di timore e incertezze, provocando la consapevolezza della perdita delle centralità dell’uomo nell’Universo.
L’Universo appariva ormai come un GRAN TEATRO , ossia come uno spazio caotico e casuale in cui poteva accadere
tutto e dove ognuno poteva rivestire un ruolo diverso, indossando una maschera.

IL CONCETTISMO è la cifra ideologica e stilistica più peculiare del Barocco; in sostanza il concettismo e un procedimento metaforico ardito, il quale si propone l’utile e il dilettevole dall’opera d’arte.
Di gande importanza da un punto di vista teorico, è l’opera di Emanuele Tesauro CANNOCCHIALE ARISTOLETICO (1654). Il titolo mette insieme in modo ossimorico il cannocchiale galileiano (modernità) e Aristotele (tradizione ) per creare un effetto a sorpresa; l’opera rappresenta nel giudizio della critica la massima teorizzazione del Barocco. Vi si legge che il linguaggio metaforico è l’essenza stessa della letteratura e dell’arte e che ciò era già noto allo stesso Aristotele. Perciò il Barocco non ha preso le distanze dal classicismo, se mai lo ha perfezionato.

STA DI FATTO CHE la Poetica aristotelica  tra i generi letterari non menziona
Il romanzo   che invece è il genere prediletto dagli autori di questo periodo, insieme al melodramma. Infatti durante il ‘600 si assiste al declino del genere epico, e all’ascesa del genere romanzesco o del poema giocoso, più consoni con la loro libertà alla poetica del concettismo.
Il melodramma è un genere misto di arte, parole e musica e in quanto tale risponde pienamente al gusto barocco dell’arte che deve stupire oltre che insegnare e intrecciare i generi.Nel giro di poco tempo il melodramma si diffonde in tutta l’Italia , uscendo dalle corti e dalle accademie , per affermarsi nei teatri urbani di tutte le principali città italiane.
Tra gli artifici finalizzati alla produzione dell’effetto e del meraviglioso, c’è anche il ricorso al dialetto e ai neologismi, in deroga al purismo linguistico dell’Accademia della Crusca, sorta verso la fine del Cinquecento.
Nel 1690 un gruppo d letterati che erano soliti riunirsi presso la residenza della regina Maria Cristina di Svevia a Roma, diedero vita all’Accademia dell’Arcadia con l preciso intento di porr    fine alla barbarie barocca e ridare lustro al classicismo, recuperando semplicità, linearità e sobrietà.
La cultura barocca entrò rapidamente in crisi e l’Arcadia, grazie soprattutto a Gian Vincenzo Gravina fondò una serie di sedei distaccate in ogni città d’Italia. La sua azione fu particolarmente importante sul piano dell’apertura verso la produzione europea. L’Accademia e le sedi distaccate finirono col sostituire le corti dei signori che ormai non godevano più di prestigio.Le corti, infatti, non sono più luoghi di mecenatismo e necessitano più di figure specialistiche che di letterati. Altre accademie importanti sono quella dei Lincei a Roma, di cui fece parte anche Galilei, quella fiorentina del Cimento e quella napoletana degli Investiganti.

IL ROCOC0’



LA RIVOLUZIONE SCIENTIFICA

IL ‘600 è anche il secolo della Rivoluzione scientifica, la quale prende le mosse dall’astronomia.
Copernico ( fine ‘400-prima metà ‘500) fu il primo a recuperare la teoria eliocentrica (risale al periodo ellenistico; era stata estromessa dalla teoria tolemaica del geocentrismo che fondava la sua autorità su un passo della Bibbia); ripresapoi dal tedesco Keplero (morto nel 1630), fu perfezionata e descritta con linguaggio matematico.
Galileo Galilei servendosi del cannocchiale che egli aveva perfezionato (a Galilei si deve la trasformazione del cannocchiale di invenzione olandese, in telescopio e l’uso dello stesso come strumento scientifico) mise in crisi la concezione aristotelica dell’Universo :
1)      I corpi celesti non erano perfetti e incorruttibili (macchie solari, crateri e vulcani sulla luna; satelliti di Giove)
2)      La natura è regolata da leggi fisiche precise e verificabili, scritte in linguaggio matematico.
3)      Lo studio della natura si basa su una stretta osmosi tra ragione ed esperienza

A GALILEO SI DEVE LA FONDAZIONE DEL METODO SCIENTIFICO MODERNO, FONDATO SULL’OSSERVAZIONE, LA VERIFICA, LA FORMULA DI LEGGI UNIVERSALI.
In Italia l’abiura di Galilei del 1633 arrestò il progresso scientifico a lungo, ma l’insegnamento di Galileo ebbe grande eco all’estero. (CARTESIO)

Galileo nasce a Pisa ; entusiasta della matematica, la insegnerà sia a Pisa che a Padova. Grazie al cannocchiale fa una serie di scoperte che comunicherà al mondo attraverso l’opera SIDEREUS NUNCIUS (1610), ossia avviso astronomico scritta in un latino semplice e comunicativo.
Le scoperte provocano polemiche e discussioni,. Galileo vorrebbe che la Chiesa di Roma si aprisse ala ricerca scientifica più avanzata . Ciò gli provoca una denuncia al Tribunale dell’Inquisizione. Dopo la condanna delle opere di Copernico, il cardinale Bellarmino ingiunge a Galileo di non sostenere più la dottrina eliocentrica in quanto contraria alle Sacre scritture( 1616)leo compone l’opera IL SAGGIATORE contro la cultura libresca e con l’elezione di un suo amico a papa URBANO VIII, avendo la percezione di un’apertura , compone il DIALOGO SOPRA I DUE MASSIMI SISTEMI DEL MONDO (1632).
Scritta sottoforma di dialogo tra un nobile veneziano esempio di persona curiosa e aperta al dibattito scientifico, un nobile fiorentino sostenitore del sistema copernicano e l’aristotelico Simplicio sostenitore della teoria tolemaica. Per la sua pubblicazione, l’autorità ecclesiastca fece inserire un prologo in cui l’autore afferma di voler illustrare con imparzialità i due sistemi.Gli oppositori convincono il papa Urbano VIII che sotto le spoglie di Simplicio si nasconda il riferimento a lui ; nel 1633 un ordine del Santo Uffizio ingiunge a Galilei di recarsi a Roma. Incarcerato e processato per eresia , fu costretto ad abiurare la teoria copernicana.



[1] In Francia si afferma la monarchia assolutistica (LUIGI XIV “LO STATO SONO IO”), in Inghilterra la monarchia parlamentare, dopo la rivoluzione gloriosa della Seconda metà del secolo. La Spagna è in forte crisi economica , così l’Italia sotto il suo dominio. L’unico stato che si libera veramente del sistema feudale è l’INGHILTERRA che si avvia a diventare una potenza industriale.

mercoledì 18 settembre 2013

Dalla Repubblica all'Impero. La storia di Roma, caput mundi.

La fine della Repubblica romana

La storia di Roma abbraccia i secoli dall’VIII a.C. al V d.C.
Al 753 a.C. viene tradizionalmente fissata la data di fondazione e al 476 d.C. la data della caduta dell’Impero romano d’Occidente.
In questi secoli Roma ebbe tre forme di governo:

MONARCHIA
753-509 a.C.
MONOS=UNO SOLO
ARCHIA=POTERE
Forma di governo in cui il potere è nella mani di una sola persona, la cui carica non è elettiva.
REPUBBLICA
509-31 a. C.
RES= COSA
PUBLICA= COMUNE
Forma di governo in cui il potere è nelle mani di un capo e di un insieme di cittadini eletti direttamente( Presidente e Parlamento della Repubblica)
IMPERO
31-476
IMPERIUM= COMANDO
Forma di governo in cui il potere è nelle mani di un sovrano chiamato imperatore.
In latino il termine stava ad indicare il generale vittorioso.

Dopo la cacciata di Tarquinio il Superbo nel 509, a Roma venne proclamata la Repubblica, i cui organi di governo più importanti erano:

CONSOLATO
2 MAGISTRATI CHIAMATI CONSOLI
IN CARICA 1 ANNO
POTERE ESECUTIVO E COMANDO DELL’ESERCITO
SENATO
300 MAGISTRATI
PATRIZI
CARICA A VITA
POTERE CONSULTIVO

COMIZI
ASSEMBLEE DEI PATRIZI E PLEBEI
SU BASE CENSITARIA
POTERE LEGISLATIVO, ELETTIVO E GIUDIZIARIO.
La società romana non si basava sull’uguaglianza; essendo  le magistrature gratuite, potevano essere avviati alla carriera politica solo i patrizi, la cui ricchezza era basata sulle terre e sugli schiavi.
Dopo le guerre italiche e puniche (III/II sec.) a Roma cominciarono ad affluire enormi quantità di ricchezze provenienti dai bottini di guerra e dalle tasse. Questo afflusso di ricchezze favorì la nascita di una terza classe non di nobili né di plebei, i CAVALIERI o ordine equestre, la cui ricchezza derivava dagli affari e dai commerci con le terre conquistate.
I cavalieri, però, erano esclusi dai diritti politici e a un certo punto cominciarono a reclamarli. Tali richieste furono appoggiate dal PARTITO POPOLARE formato da cavalieri e plebei, nemici dell’altro schieramento OTTIMATI , espressione dell’aristocrazia senatoria.
I POPOLARI volevano la distribuzione del grano, la distribuzione delle terre, la cittadinanza per gli Italici, gli OTTIMATI volevano mantenere i loro privilegi e difendere la società romana tradizionale.
Presto i due partiti entrarono in contrasto, scatenando una vera e propria guerra civile che finì col mettere in crisi la Repubblica.
Il primo colpo alla Repubblica fu dato dall’aristocratico Cornelio Silla, il quale, dopo aver sconfitto il popolare Mario si attribuì la magistratura di DITTATORE, assumendo un potere illimitato, eliminando gli avversari con le liste di proscrizione e rafforzando il potere del senato.
Non a caso Silla è stato considerato un precursore dell’impero.
Ma il partito popolare non era stato eliminato e riprese la sua battaglia. La sua forza si vide quando nel 70 riuscì a far eleggere due suoi uomini: Pompeo e Crasso come consoli. Il primo, abilissimo generale, fu a lungo corteggiato dal senato che lo voleva dalla sua parte. Altro uomo forte di questo momento era Caio Giulio Cesare, di cui Pompeo aveva sposato  la figlia Giulia. I tre, Pompeo, Crasso e Cesare, in un primo momento si accordarono per togliere il potere al senato, dando vita ad un accordo che viene ricordato come Primo triumvirato. Ma il legame tra i tre si spezzò, in particolare tra Cesare e Pompeo e la loro rivalità si accentuò soprattutto dopo la morte di Giulia e di Crasso. Pompeo e Cesare scatenarono una nuova guerra civile che vide contrapposti il partito dei cavalieri rappresentato da Cesare e il partito dei senatori-ottimati rappresentato da Pompeo. La guerra fu devastante e durò quattro anni. La seconda guerra civile si concluse con la vittoria di Cesare che con l’aiuto dei cavalieri e della plebe attuò un vasto programma di riforme, mal visto dai senatori. In particolare il senato vedeva in lui l’uomo che voleva instaurare un potere personale, in spregio alle libertà repubblicane. Fu ordita una congiura che portò all’uccisione di Cesare in senato, colpito da 23 pugnalate (Idi di Marzo, 44).
Cesare si era fregiato del titolo di dittatore a vita e di imperatore.
Dopo la sua morte, i suoi fedeli, tra cui il suo generale Marco Antonio e il pronipote-figlio adottivo Ottaviano , ne raccolsero l’eredità e soprattutto giurarono di vendicarne la morte inseguendo i cesaricidi (Bruto e Cassio), difensori della Repubblica. Seguirono proscrizioni ed eliminazioni e si giunse a dare vita ad un secondo triumvirato formato da Antonio, Ottaviano e Lepido. Ma ben presto tra  Antonio e Ottaviano, tra l’altro cognati, aveva sposato la sorella di Ottaviano, Ottavia, si giunse ben presto ad una rottura. Antonio, infatti si era innamorato di Cleopatra regina d’Egitto, già legata a Cesare, e voleva farne la sua sposa.
Ottaviano lo attaccò , dichiarandolo traditore e presso Azio inflisse una dura sconfitta alla sua flotta navale. Era il 31 a. C. Antonio e Cleopatra, per non cadere vittime del nemico che li incalzava, si diedero la morte con la spada il primo, con il morso di un aspide la seconda.
Rimasto padrone assoluto della scena romana, Ottaviano divenne princeps e il principato subentrò alla repubblica.
Una realtà vasta e diversificata come quella del territorio sottoposto al dominio di Roma non poteva più essere governata dalle magistrature repubblicane; occorreva un potere superiore, un capo unico.


martedì 9 luglio 2013

La poesia religiosa del Duecento

LA POESIA RELIGIOSA

Protagonisti assoluti della poesia religiosa medievale in volgare sono San Francesco e Jacopone da Todi, frate francescano.
Nasce un nuovo genere, la lauda dapprima composte sul modello dei salmi, come in San Francesco, poi sottoforma di ballate. Il genere presto si diffuse dall’Umbria al resto dell’Italia, grazie alle compagnie cosiddette dei LAUDESI.
I principali temi sono:
  1. esaltazione della povertà
  2. esaltazione dell’ umiltà
  3. rinnovamento spirituale della Chiesa

SAN FRANCESCO
Nasce ad Assisi tra il 1181/1182 da un ricco mercante di stoffe. L’esperienza della guerra e della prigionia (guerra contro Perugina) lo cambia completamente e lo fa precipitare in una profonda crisi esistenziale che lo porterà a scoprire la sua vocazione religiosa. Del 1206 è la sua conversione e la scelta di una vita caritatevole verso i bisognosi e sprezzante delle ricchezze.Le LAUDES CREATURARUM sono state composte poco prima della morte, avvenuta nel 1226.
La sua ideologia è antiborghese (si deve rinunciare a qualsiasi proprietà, anche ai libri) diede vita a una Regola che fu approvata prima da Innocenzo III e poi da Onorio III, ma dovette subire delle relativamente al concetto di uguaglianza, al lavoro in quanto alcune parti furono considerate estreme e quindi pericolose per l’ordine pubblico.




LE LODI DELLE CREATURE
Costruito come una preghiera, sul modello dei salmi biblici, può essere diviso in tre parti:
  1. lodi di cui solo Dio è degno
  2. lodi delle creature per lodare il loro creatore
  3. invito a lodare Dio.

Dal punto di vista della lingua, la lauda offre una testimonianza preziosa del passaggio dal latino al volgare. La grafia è ancora fortemente segnata da quella latina (non ancora compiuti i processi di assimilazione consonantica, presenza di desinenze, preposizioni latine) così come sono presenti particolarità tipiche del dialetto umbro –aggiunta del nesso NE al verbo essere (epitesi).

CARATTERISTICHE

Le caratteristiche più importanti sono la semplicità e l’umiltà, i cardine della regola francescana.  In questa visione antiborghese, Francesco lancia anche un messaggio alla Chiesa, ossia quello di ritornare alla povertà evangelica e scegliere come modello Cristo. Anche il rapporto armonioso tra l’uomo e la natura è un messaggio evangelico.



Cecco Angiolieri e la poesia comico-parodica

LA POESIA COMICO-PARODICA

Tra la metà del 1200 e la fine del 1300, in alternativa alla lirica alta si sviluppa la poesia comica, le cui caratteristiche sono le seguenti.
  1. temi tratti dalla vita quotidiana e dalla politica
  2. toni giocosi e ironici
  3. linguaggio basso e popolare
  4. largo pubblico , ceti borghesi e artigiani.

I principali temi sono:
  1. amore per donne maliziose e sensuali (rovesciamento della donna-angelo)
  2. esaltazione dei piaceri del gioco e del vino
  3. paura della povertà e condanna dell’avarizia
  4. offesa personale con toni caricaturali
  5. tendenza al doppio senso e alla scurrilità

Tra i poeti comici, circa 20, ricordiamo CECCO ANGIOLIERI, protagonista di una vita sregolata, morto in miseria, dopo aver sperperato l’eredità paterna.
Grande conoscitore della tradizione illustre, Cecco si diverte nel rovesciarla in toni parodistici.
Alla donna –angelo contrappone Becchina, donna del popolo, sposata, volubile e litigiosa; alla Chiesa, la taverna; e alla visione provvidenzialistica della storia, quella del gioco del dado, completamene affidato alla fortuna. Famosissima S’io fossi foco.





Dalla Scuola siciliana al Dolce stil nuovo

LA SCUOLA SICILIANA

La poesia amorosa provenzale sbarca nella corte di Federico II di Svevia in Sicilia, nella Prima metà del 1200. Ispirandosi ai trovatori, i poeti siciliani sono i primi ad usare il siciliano illustre per comporre poesie d’amore.
I poeti siciliani, circa 25, saranno attivi fino al 1266, quando la Battaglia di Benevento con la sconfitta del figlio dei Federico II, porrà fine al sogno ghibellino di una monarchia assoluta.
Rispetto ai trovatori provenzali, comunque, presentano delle differenze:
  1. non sono più nobili né giullari, ma borghesi-funzionari (giudici e notai) alla dipendenze del loro sovrano
  2. la poesia è un passatempo privato e sono scritte per essere lette e non musicate.

Per quanto riguarda i temi.
  1. vassallaggio d’amore
  2. attenzione più all’amore che al rapporto d’amore tra poeta e dama
  3. maggiore astrattezza

Il caposcuola è Giacomo da Lentini, notaio tra il 1233 e il 1241, a cui è attribuita l’invenzione del sonetto.

I poeti Siculo-toscani
Dalla Sicilia la lirica amorosa approda nell’Italia centrale e lasciato l’ambiente imperiale,  incontra la realtà dei Comuni. Ciò comporta l’adozione di una nuova lingua, di nuove forme e nuovi temi.
Guittone D’Arezzo elabora la canzone politica e morale.

Il Dolce stil nuovo
A Firenze tra il 1280 e il 1310 si afferma una nuova poesia che ha in Guinizzelli, Cavalcanti e Dante i suoi maggiori esponenti. Essi raccolgono l’eredità dei poeti siculo-toscani e introducono delle importanti novità sia dal punto di vista tematico che stilistico:
  1. poesia solo amorosa (scomparsa del tema politico-morale)
  2. amore non come semplice corteggiamento, ma come  esperienza di elevazione spirituale
  3. donna angelicata , intermediaria tra cielo e terra
  4. volgare illustre elevato, musicale e melodioso.
GUIDO GUINIZZELLI
Precursore della scuola, bolognese, scrive Al cor gentil  canzone che può essere considerata l manifesto dello Stilnovismo. I suoi canori sono:
  1. identità amore e cuore nobile (gentile)
  2. donna angelicata
  3. lode della donna
  4. effetti del saluto della donna
  5. stile dolce e leggiadro
  6. pubblico colto
GUIDO CAVALCANTI
Fiorentino, elabora un ulteriore tema, quello della tragicità dell’esperienza amorosa che è comunque mezzo per elevarsi a Dio. La passione amoroso in Cavalcanti è esperienza eccezionale ma anche distruttrice; ne risultano trasformati i motivi della lode e del saluto.                      IL SALUTO
In latino salutem significa salvezza; i poeti stilnovisti si richiamano al significato etimologico del termine, caricandolo di  valore spirituale.