sabato 19 ottobre 2013

SCARPE ROSSE

SCARPE ROSSE
INIZIATIVA CONTRO LA VIOLENZA SULLE DONNE

SPI CGIL ROMA EST VALLE DELL’ANIENE

LO SPI, ossia il Sindacato Pensionati Italiani ha organizzato presso le Scuderie Estensi di Tivoli il giorno 19/10/2013 UN INCONTRO dedicato alla violenza sulle donne, dal titolo emblematico SCARPE ROSSE.
Perché la scelta di questo titolo?
Nello spazio antistante le Scuderie, sulla pavimentazione di Piazza Garibaldi, gli organizzatori hanno allestito una location simbolica , formata da due file parallele di scarpe rosse, un sorta di corridoio terminante sulla vasca centrale, quella sovrastata dall’”Arco” dello scultore Pomodoro.

A dare il via al dibattito, è stato il segretario generale del sindacato, sig, Francesco Ciccotti  il quale ha sottolineato l’impegno dell’organizzazione in questo ambito e ha subito posto all’attenzione dei presenti una questione delicata.
La LEGGE SUL FEMMINICIDIO, approvata  di recente in seguito alla ratifica della CONVENZIONE DI ISTANBUL, pur rappresentando un' importante conquista, può davvero ritenersi risolutiva?
Le voci contrarie parlano di legge anticostituzionale e lacunosa.
Sta di fatto che un intervento decisivo era richiesto da tempo.
I dati statistici mostrano che mentre sono in diminuzione gli omicidi, aumentano quelli contro le donne. 137 sono state le vittime nel solo 2012 e quest’anno il numero sembra destinato a salire. E’ evidente che una legge non basterà; è sempre più urgente, pertanto, un intervento radicale a livello politico, contrattuale e culturale.

Quest’ultima affermazione è stata man mano chiarita nel corso del dibattito, grazie ai numerosi e variegati interventi.

Una frase è risuonata costante, quasi una sorta di leit-motiv: la parola d’ordine è cambiare le coscienze degli uomini. Sì, proprio degli uomini per costruire una cultura di genere basata sull’eguaglianza  dei sessi.
Tra i  relatori che si sono passati la parola -  c’è da dire che gli interventi sono stati sempre chiari, efficaci e brevi-   i  Giovani Democratici   hanno creato un momento di straordinaria intensità , prestando la loro voce ai versi di tre grandi poetesse.






A tutte le donne di Alda Merini
A tutte le donne
Fragile, opulenta donna, matrice del paradiso
sei un granello di colpa
anche agli occhi di Dio
malgrado le tue sante guerre
per l’emancipazione.
Spaccarono la tua bellezza
e rimane uno scheletro d’amore
che però grida ancora vendetta
e soltanto tu riesci
ancora a piangere,
poi ti volgi e vedi ancora i tuoi figli,
poi ti volti e non sai ancora dire
e taci meravigliata
e allora diventi grande come la terra
e innalzi il tuo canto d’amore.




Femminicidio di Mariella Mulas
Desolata virtù
d'amore,
ha terrorizzati
occhi opachi
nel cammino del destino
seviziato...
Duole l'attimo
dell'istinto ferale
che chiama
la morte
come killer goduriosa
della vita da sigillare
al buio dell'infinito...
e così tu, giovane,
tu madre,
tu amante,
tu tradita,
tu,
semplicemente
donna,
tu,
ogni volta affogherai
nel tuo sangue,
se non soddisferai
l'orgoglio oscuro
del maschio
che non sopporta
l'umiliazione
del tuo abbandono,
della tua ribellione,
della tua volontà di riscatto,
conscio che volevi solo vivere
un'altra vita lontano
da ogni sua ostile
emanazione.









Rose di Sibilla Aleramo

Rose calpestava nel suo delirio
E il corpo bianco che amava.
Ad ogni lividura più mi prostravo,
oh singhiozzo, invano, oh creatura!
Rose calpestava, s’abbatteva il pugno,
e folle lo sputo su la fronte che adorava.
Feroce il suo male più di tutto il mio martirio.
Ma, or che son fuggita, ch’io muoia del suo male.




Prendendo spunto dall’ultima poesia, l’ASSOCIAZIONE RETE ROSA  ha sottolineato con forza  come  da tantissimo tempo si conosce e si parla della violenza sulle donne, e nonostante ciò continuano a mancare le risposte istituzionali. La stessa recente legge , ad esempio, non prevede fondi economici per potenziare i consultori, case per donne che hanno subito maltrattamenti e sportelli d’ascolto. Viviamo in una società, afferma la referente dell’Associazione, profondamente maschilista. Dovremmo cambiare la cultura. Non esiste un libro di storia tutto al femminile né tanto meno di letteratura. Che cosa possiamo aspettarci, se non solo belle parole ogni volta che qualcuno organizza un convegno o si piange per una nuova vittima?

L’ASSOCIAZIONE 8 MARZO ha invece posto l’accento su quanto di concreto si è riusciti a fare a Tivoli con l’azione integrata delle forze di polizia, associazioni (Centro antiviolenza “Le Lune” di Colle Fiorito di Guidonia) e ospedale. Questa sinergia ha portato all’istituzione, presso il Pronto soccorso dell’Ospedale di Tivoli,   del CODICE ROSA INTEGRATO che,  come ha  precisato l’ispettore  del Commissariato di Tivoli dott. Sinibaldi, garantisce riservatezza, protezione, assistenza legale, medico-sanitaria e psicologica.
Nel solo 2012 sono stati trattati 750 casi   conclusisi con 72 arresti.

I casi di violenza sulle donne richiedono mesi se non anni di lavoro; non è semplice ricostruire gli elementi oggettivi necessari a determinare la condotta delittuosa; spesso si tratta di violenza psicologia, economica, patrimoniale, oltre che fisica. È un lavoro di ricostruzione enorme e senza l’apporto degli altri soggetti (avvocati, assistenti sociali, psicologi, medici) nulla sarebbe possibile.

Insomma, la legge è importante, è giusto inasprire le pene , ma non deve finire qui. Le pene sono provvedimenti che si applicano a posteriori, quando ormai il delitto è stato commesso. Un articolo della legge di recente approvazione che il deputato della Camera presente al Convegno, on.le Monica Gregori, sottolinea essere un’importante conquista del Centro-Sinistra, è il chiaro segnale di quanto la nuova norma sia lacunosa. Nell’articolo si afferma che , una volta fatta la denuncia, la donna non può più tornare indietro.
Ora, se da un lato ciò assicura alle forze di polizia e poi alla magistratura una continuità nella trattazione del reato, dall’altro la donna che ha effettuato la denuncia non ha a disposizione strutture di accoglienza dove poter risiedere. Dove andrà, una volta denunciato il suo aguzzino? Spesso si tratta di donne senza lavoro e senza una dimora.

Senza lo stanziamento di fondi e l’apertura di strutture di accoglienza, sarà difficile incoraggiare la denuncia delle violenze subite.
Ancora una volta, siamo di fronte ad un profondo scarto tra ciò che è stato detto e ciò che è stato realizzato.
L’on.le Andrea Ferro, deputato della Camera, ha evidenziato i segnali positivi della Legge di stabilità del 2013: per la prima volta dopo 12 anni non sono stati effettuati tagli drastici nei comparti sanità, istruzione e enti locali. E ciò fa ben sperare su un cambiamento di rotta, ancora troppo  timido, purtroppo.

Anche il Presidente dell’ANPI (Associazione Nazionale Partigiani Italiani), forte della sua esperienza di infermiera del 118, ha sottolineato l’importanza degli stanziamenti in questo settore. La maggior parte delle donne che si sono presentate o si presentano al Pronto soccorso non vogliono reagire perché non saprebbero come affrontare le conseguenze.
Molto spesso, infatti,  non hanno lavoro e quindi non possono permettersi di scegliere.

Le parole-chiave per una lotta efficace sono: PREVENZIONE, AZIONE E FONDI.
I finanziamenti pubblici sono la condizione sine qua non; il volontariato dovrebbe affiancare le istituzioni e non sostituirlo.
Mentre  in Italia esiste una legge speciale di protezione (la 41 bis) per i pentiti, altrettanto non si può dire per le donne che decidono di denunciare le violenze subite.
Molto più efficace sarebbe la prevenzione. Spesso all’origine di una condotta violenta c’è una conflittualità genitoriale ed è per questo che sarebbe necessario potenziare anche i SERVIZI DI MEDIAZIONE FAMILIARE.
Chi è l’uomo violento? Qual è la sua carta d’identità? Spesso si tratta di persona vissuta all’interno di un contesto familiare dominato dalla violenza.

In conclusione, con la parola femminicidio (lemma  attestato a partire dagli anni ‘90)  si intendono  tante forme di violenza fisica, psicologica, economica, sessuale tutte perpetrate contro le donne.
Il femminicidio è un genocidio contro le donne. In Italia il numero delle vittime è sconcertante e la colpa ricade interamente sulle scelte politiche che sono state fatte nel passato e che si continuano a fare ancora oggi. Le quote rosa di cui tanti si vantano sono solo la concessione di una classe politica profondamente maschilista.
L’Italia non ama le donne? La violenza sulle donne ha ragioni profonde ed esse risiedono nella nostra società e nel nostro immaginario. Spesso le vittime di queste violenze sono le donne anziane, maltrattate  non sole dai figli e dai mariti, ma anche dai centri di assistenza.

Sono necessari dei profondi cambiamenti politici, contrattuali e culturali.
 È necessario partire dalla  scuola e  investire nell’Educazione alla cittadinanza; c’è bisogno di un grande cambiamento delle mentalità, c’è bisogno di parole nuove per costruire una nuova civiltà e una nuova relazione tra uomini e donne.


Relazione sul convegno.





            Argomenti da approfondire in gruppo per la RELAZIONE

1.     LEGGE SUL FEMMINICIDIO
2.     CONVENZIONE DI INSTANBUL
3.     CODICE ROSA INTEGRATO
4.     LEGGE 41/BIS
5.     SERVIZI ANTIVIOLENZA E ASSOCIAZIONI
6.     SERVIZI DI MEDIAZIONE FAMILIARE

7.     QUOTE ROSA

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