SCARPE ROSSE
INIZIATIVA CONTRO LA VIOLENZA SULLE DONNE
SPI CGIL
ROMA EST VALLE DELL’ANIENE
LO
SPI, ossia il Sindacato Pensionati Italiani ha organizzato presso le Scuderie
Estensi di Tivoli il giorno 19/10/2013 UN INCONTRO dedicato alla violenza sulle
donne, dal titolo emblematico SCARPE ROSSE.
Perché
la scelta di questo titolo?
Nello
spazio antistante le Scuderie, sulla pavimentazione di Piazza Garibaldi, gli
organizzatori hanno allestito una location simbolica , formata da due file
parallele di scarpe rosse, un sorta di corridoio terminante sulla vasca
centrale, quella sovrastata dall’”Arco” dello scultore Pomodoro.
A
dare il via al dibattito, è stato il
segretario generale del sindacato, sig, Francesco Ciccotti il quale ha sottolineato l’impegno dell’organizzazione
in questo ambito e ha subito posto all’attenzione dei presenti una questione
delicata.
Le voci contrarie parlano di legge
anticostituzionale e lacunosa.
Sta
di fatto che un intervento decisivo era richiesto da tempo.
I
dati statistici mostrano che mentre sono in diminuzione gli omicidi, aumentano
quelli contro le donne. 137 sono state le vittime nel solo 2012 e quest’anno il
numero sembra destinato a salire. E’ evidente che una legge non basterà; è
sempre più urgente, pertanto, un
intervento radicale a livello politico, contrattuale e culturale.
Quest’ultima
affermazione è stata man mano chiarita nel corso del dibattito, grazie ai
numerosi e variegati interventi.
Una
frase è risuonata costante, quasi una sorta di leit-motiv: la parola d’ordine è cambiare le coscienze degli uomini.
Sì, proprio degli uomini per costruire una cultura di genere basata
sull’eguaglianza dei sessi.
Tra
i relatori che si sono passati la parola
- c’è da dire che gli interventi sono
stati sempre chiari, efficaci e brevi- i Giovani Democratici hanno creato un momento di straordinaria
intensità , prestando la loro voce ai versi di tre grandi poetesse.
A tutte le donne di Alda Merini
A
tutte le donne
Fragile,
opulenta donna, matrice del paradiso
sei
un granello di colpa
anche
agli occhi di Dio
malgrado
le tue sante guerre
per
l’emancipazione.
Spaccarono
la tua bellezza
e
rimane uno scheletro d’amore
che
però grida ancora vendetta
e
soltanto tu riesci
ancora
a piangere,
poi
ti volgi e vedi ancora i tuoi figli,
poi
ti volti e non sai ancora dire
e
taci meravigliata
e
allora diventi grande come la terra
e
innalzi il tuo canto d’amore.
Femminicidio di Mariella Mulas
Desolata
virtù
d'amore,
ha
terrorizzati
occhi
opachi
nel
cammino del destino
seviziato...
Duole
l'attimo
dell'istinto
ferale
che
chiama
la
morte
come
killer goduriosa
della
vita da sigillare
al
buio dell'infinito...
e
così tu, giovane,
tu
madre,
tu
amante,
tu
tradita,
tu,
semplicemente
donna,
tu,
ogni
volta affogherai
nel
tuo sangue,
se
non soddisferai
l'orgoglio
oscuro
del
maschio
che
non sopporta
l'umiliazione
del
tuo abbandono,
della
tua ribellione,
della
tua volontà di riscatto,
conscio
che volevi solo vivere
un'altra
vita lontano
da
ogni sua ostile
emanazione.
Rose
di Sibilla Aleramo
Rose calpestava nel suo delirio
E il corpo bianco che amava.
Ad ogni lividura più mi prostravo,
oh singhiozzo, invano, oh creatura!
Rose calpestava, s’abbatteva il pugno,
e folle lo sputo su la fronte che
adorava.
Feroce il suo male più di tutto il mio
martirio.
Ma, or che son fuggita, ch’io muoia del
suo male.
Prendendo
spunto dall’ultima poesia, l’ASSOCIAZIONE
RETE ROSA ha sottolineato con forza come da
tantissimo tempo si conosce e si parla della violenza sulle donne, e nonostante
ciò continuano a mancare le risposte istituzionali. La stessa recente legge ,
ad esempio, non prevede fondi economici per potenziare i consultori, case per
donne che hanno subito maltrattamenti e sportelli d’ascolto. Viviamo in una
società, afferma la referente dell’Associazione, profondamente maschilista.
Dovremmo cambiare la cultura. Non esiste un libro di storia tutto al femminile
né tanto meno di letteratura. Che cosa possiamo aspettarci, se non solo belle
parole ogni volta che qualcuno organizza un convegno o si piange per una nuova
vittima?
L’ASSOCIAZIONE 8 MARZO ha invece posto l’accento su quanto di concreto si è
riusciti a fare a Tivoli con l’azione integrata delle forze di polizia, associazioni
(Centro antiviolenza “Le Lune” di
Colle Fiorito di Guidonia) e ospedale. Questa sinergia ha portato
all’istituzione, presso il Pronto soccorso dell’Ospedale di Tivoli, del CODICE ROSA INTEGRATO che, come ha precisato
l’ispettore del Commissariato di Tivoli dott.
Sinibaldi, garantisce riservatezza, protezione, assistenza legale,
medico-sanitaria e psicologica.
Nel
solo 2012 sono stati trattati 750 casi
conclusisi con 72 arresti.
I
casi di violenza sulle donne richiedono mesi se non anni di lavoro; non è
semplice ricostruire gli elementi oggettivi necessari a determinare la condotta
delittuosa; spesso si tratta di violenza psicologia, economica, patrimoniale,
oltre che fisica. È un lavoro di ricostruzione enorme e senza l’apporto degli
altri soggetti (avvocati, assistenti sociali, psicologi, medici) nulla sarebbe
possibile.
Insomma,
la legge è importante, è giusto inasprire le pene , ma non deve finire qui. Le
pene sono provvedimenti che si applicano a posteriori, quando ormai il delitto
è stato commesso. Un articolo della legge di recente approvazione che il deputato
della Camera presente al Convegno, on.le
Monica Gregori, sottolinea essere un’importante conquista del
Centro-Sinistra, è il chiaro segnale di quanto la nuova norma sia lacunosa.
Nell’articolo si afferma che , una volta fatta la denuncia, la donna non può
più tornare indietro.
Ora,
se da un lato ciò assicura alle forze di polizia e poi alla magistratura una
continuità nella trattazione del reato, dall’altro la donna che ha effettuato
la denuncia non ha a disposizione strutture di accoglienza dove poter risiedere.
Dove andrà, una volta denunciato il suo aguzzino? Spesso si tratta di donne
senza lavoro e senza una dimora.
Senza
lo stanziamento di fondi e l’apertura di strutture di accoglienza, sarà
difficile incoraggiare la denuncia delle violenze subite.
Ancora
una volta, siamo di fronte ad un profondo scarto tra ciò che è stato detto e
ciò che è stato realizzato.
L’on.le Andrea Ferro, deputato della Camera, ha evidenziato i segnali positivi della Legge di stabilità del 2013: per la prima volta dopo 12 anni non
sono stati effettuati tagli drastici nei comparti sanità, istruzione e enti
locali. E ciò fa ben sperare su un cambiamento di rotta, ancora troppo timido, purtroppo.
Anche il Presidente dell’ANPI
(Associazione Nazionale Partigiani Italiani), forte della sua esperienza di infermiera del 118, ha sottolineato
l’importanza degli stanziamenti in questo settore. La maggior parte delle donne
che si sono presentate o si presentano al Pronto soccorso non vogliono reagire
perché non saprebbero come affrontare le conseguenze.
Molto
spesso, infatti, non hanno lavoro e
quindi non possono permettersi di scegliere.
Le
parole-chiave per una lotta efficace sono: PREVENZIONE,
AZIONE E FONDI.
I
finanziamenti pubblici sono la condizione sine
qua non; il volontariato dovrebbe affiancare le istituzioni e non
sostituirlo.
Mentre in Italia esiste una legge speciale di
protezione (la 41 bis) per i
pentiti, altrettanto non si può dire per le donne che decidono di denunciare le
violenze subite.
Molto
più efficace sarebbe la prevenzione. Spesso all’origine di una condotta
violenta c’è una conflittualità genitoriale ed è per questo che sarebbe
necessario potenziare anche i SERVIZI DI MEDIAZIONE FAMILIARE.
Chi
è l’uomo violento? Qual è la sua carta d’identità? Spesso si tratta di persona
vissuta all’interno di un contesto familiare dominato dalla violenza.
In
conclusione, con la parola femminicidio
(lemma attestato a partire dagli anni
‘90) si intendono tante forme di violenza fisica, psicologica,
economica, sessuale tutte perpetrate contro le donne.
Il
femminicidio è un genocidio contro le donne. In Italia il numero delle vittime
è sconcertante e la colpa ricade interamente sulle scelte politiche che sono
state fatte nel passato e che si continuano a fare ancora oggi. Le quote rosa di cui tanti si vantano sono
solo la concessione di una classe politica profondamente maschilista.
L’Italia
non ama le donne? La violenza sulle donne ha ragioni profonde ed esse risiedono
nella nostra società e nel nostro immaginario. Spesso le vittime di queste
violenze sono le donne anziane, maltrattate
non sole dai figli e dai mariti, ma anche dai centri di assistenza.
Sono
necessari dei profondi cambiamenti politici, contrattuali e culturali.
È necessario partire dalla scuola e
investire nell’Educazione alla cittadinanza; c’è bisogno di un grande
cambiamento delle mentalità, c’è bisogno di parole nuove per costruire una
nuova civiltà e una nuova relazione tra uomini e donne.
Relazione sul convegno.
Argomenti
da approfondire in gruppo per la
RELAZIONE
1.
LEGGE SUL
FEMMINICIDIO
2.
CONVENZIONE DI
INSTANBUL
3.
CODICE ROSA
INTEGRATO
4.
LEGGE 41/BIS
5.
SERVIZI
ANTIVIOLENZA E ASSOCIAZIONI
6.
SERVIZI DI
MEDIAZIONE FAMILIARE
7.
QUOTE ROSA
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