Tiburzi, brigante maremmano
Domenico Tiburzi |
"Io sono Tiburzi, brigante maremmano. La Maremma non avrà altro brigante all'infuori di me. Non nominare Tiburzi invano. Onora i signori del luogo. Aiuta i disgraziati. Non ammazzare. Non rubare. Non vedere. Non parlare e soprattutto non fare la spia né ai carabinieri di Capalbio né al luogotenente di Orbetello".
Mi è capitato di leggere recentemente , per gentile suggerimento di una signora speciale, la biografia di Domenico Tiburzi, brigante maremmano. Il libro, di quelli con copertina rigida e rilegatura in tela, il timbro del Provveditorato agli Studi, l'odore di muffa e le pagine ingiallite, ricostruisce con orgoglio campanilistico le vicende del brigante di Cellere, di cui esistono biografie più recenti ( digita Tiburzi sul sito http://www.ibs.it/).
Tiburzi. La leggenda della Maremma, di Cavoli Alfio, editore Scipioni, 1996 |
Il parroco del luogo si oppose al seppellimento del brigante nel cimitero del paese e ciò suscitò le ampie proteste della popolazione locale, estremamente riconoscente al suo Robin. Così si giunse ad un compromesso: il corpo del brigante fu seppellito sul cancello d'ingresso del cimitero, metà dentro (le gambe), metà fuori (la testa e il cuore).
Lapide di Tiburzi nel cimitero di Capalbio |
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