sabato 13 ottobre 2012

Peculiarità del Verismo
dalla Prefazione a Il romanzo della fanciulla, di Matilde Serao, Liguori Editore, 1985

"Perciò, io non voglio fare un romanzo, non voglio creare un tipo, non voglio risolvere un problema di psicologia sperimentale. Io scavo nella mia memoria, dove i ricordi sono disposti a strati successivi, come le tracce della vita geologica nella crosta terrestre, e vi do le note così come le trovo, senza ricostruire degli animali fantastici, vido delle novelle senza protagonisti, o meglio, dove tutti sono protagonisti. Se ciò sia conforme alle leggi dell'arte, non so: dal primo giorno che ho scritto, io non ho voluto e saputo esser altro che un fedele, umile cronista della mia memoria. Mi sono affidata all'istinto, e non credo che mi abbia ingannata. Mi pare infatti di aver sentito dire che nelle tragedie antiche il protagonista vero era il coro, e di aver letto che nelle commedie di Aristofane il protagonista è il popolo. L'istinto, dunque, mi ha guidato e consigliato bene.
Ripensandovi su, ora, e correggendo le stampe del mio libro, io sento di amare queste novelle e di prediligerle sopra tutto ciò che ho scritto. Ho fatto delle novelle corali, ove il movimento viene tutto dalla massa, ove l'anima è nella moltitudine: e non me ne pento.Invece di fabbricare una fanciulla, ho rievocato tutte le compagne della mia fanciulezza: invece di costruire un'eroina, ho rivissuto con le mie amiche del tempo lontano. E' un sogno amaro e pietoso, fissato sulla carta.


MATILDE SERAO



Sulla lapide si legge: "Qui ogni giorno per molti anni nella redazione de "Il Mattino" che nel 1892 fondò con Edoardo Scarfoglio/ MATILDE SERAO visse la sua vita più vera trasferendo nella cronaca la sua passione narrativa"


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