Giovine Italia, raccogliendo fondi e divulgando le idee mazziniane. Lei donna dell'aristocrazia
ligure, figlia di un fedelissimo della Restaurazione, ma anche nipote, per parte materna, di un
repubblicano, strenuo difensore della Repubblica genovese.
La sua formazione avviene a Parigi, in un clima certamente più liberale e libero rispetto a
quello delle sue coetanee nobili italiane. All’età di 10 anni si trasferisce a Genova, dove il 
padre è stato nominato console. Qui riceve una raffinata educazione. Sono anni spensierati; 
spesso è insieme al nonno che le trasmette la passione per la lettura e la musica. Non bella, 
ma dotata di grande fascino e sensibilità, ben presto si interessa di politica, mostrando 
simpatia per le idee liberali che cominciano a spirare dall’Europa. Viene data in sposa al 
marchese Stefano Giustiniani che allora aveva  26 anni (Nina , 19), uomo compassato fino alla 
noia, scettico e cinico;  dalla loro unione nasceranno due figli Teresa e Giuseppe, ma Nina 
non sarà mai felice. Nel clima della Restaurazione che vede Genova annessa al Regno 
sabaudo, Nina apre nella sua casa un salotto letterario frequentato da scrittori, politici, giovani 
militari, tra cui Cavour. Subito Nina capisce che quell’uomo robusto , dallo sguardo furbo, farà 
strada. Quasi subito nasce l’amore e quando Cavour accusato di cospirazione politica viene 
confinato da Carlo Felice, la sua partenza fa esplodere la passione. Schierata dalla parte di 
Mazzini, di cui incoraggia le azioni anche attraverso finanziamenti, dopo la morte del re, con 
altre donne, si presenta a teatro con abiti sgargianti, anziché in lutto. Entra nella Giovine Italia 
come giardiniera, ossia come persona addetta alla raccolta di fondi e alla divulgazione delle 
idee mazziniane. Viene travolta dal fallimento dei moti mazziniani del ’33 e iscritta nelle liste di 
proscrizione sabaude, perciò è costretta a lasciare Genova. Si trasferisce a Milano dove 
accetta la corte di un giovane genovese da sempre innamorato di lei. (Si racconto che sia 
morto in ospedale , stringendo le sue lettere). Dovendo fare  una visita cardiologica, Nina si 
trasferisce a Torino, dove sarà in cura dal medico di casa Cavour. Così i due ,  
approfittando dei momenti di assenza di Stefano, si incontrano più volte nell’albergo dove 
Nina soggiorna, ma il marito scopre tutto e sequestra la corrispondenza, consegnandone una 
parte al suo avvocato. La relazione subisce un arresto. Nina si sente sola e a 30 anni si sente 
già vecchia; il marito è stanco di assecondarla e la fa passare per matta, la sua famiglia non 
l’appoggia, in particolare la madre che vorrebbe costringerla a interrompere ogni contatto con 
Cavour. I due amanti fissano un altro appuntamento (in realtà Cavour è sempre più tiepido e 
interessato ad altre donne), ma lo scoppio del colera a Torino , ne impedisce la 
realizzazione. Anna tenta il suicidio. Il colera uccide il padre e lei torna all’idea del suicidio, 
Non muore, ma il veleno compromette seriamente la sua salute. Per la terza volta , fatale, 
tenterà il suicidio , gettandosi dalla finestra della sua abitazione a Genova: un salto di 11 
metri, al quale sopravviverà ancora qualche giorno.
| Anna | 
infamante , quello dell'adulterio, donna sola e reietta dalla sua stessa
famiglia, costretta ad un matrimonio d'interesse con un uomo noioso e
retrogrado, portavoce di un mondo che la Rivoluzione francese ha
tentato di spazzare via, riuscendoci, almeno sul piano delle idee, Anna è
una figura di patriota italiana ispirata più dalle emozioni e dai sentimenti,
che non dalle ideologie. Le sue lettere e il suo diario parlano d'amore e
sospirano una vita di rara felicità.
•   La mia vita è così passata!
        E io, Nina, tanto giovane la trovo lunga, troppo lunga questa vita che non è che un sogno. Mio Dio, se sento l'amore che è in me! Sono le quattro del mattino. Io, io chi? Cosa? Perché? Lo saprò mai? Potrò mai rendermene perfettamente ragione? Io so che due occhi, una fronte cara mi hanno fatto augurare a me stessa l'anestetizzazione, mi hanno fatto completamente dimenticare la mia esistenza personale, avrei voluto che tutto quello che ho di vita fosse consumato in uno sguardo - che significa questo? Perché per me la mia felicità risiede in un altro? E perché quest'altro è Camillo? Camillo! Ah Camillo! (Dal Diario )
In occasione dei 150 anni dell'Unità d'Italia, nella scuola dove insegno è stato realizzato un 
percorso interdisicplinare per dare voce a quegli episodi del nostro Risorgimento
meno conosciuti e/o meno celebrati. Sulla storia d'amore di Anna e Cavour, sullo sfondo
dell'organizzazione dei Moti mazziniani, è stata scritta una pièce teatrale che riporto di
seguito, lavoro del corso di Scrittura creativa.
percorso interdisicplinare per dare voce a quegli episodi del nostro Risorgimento
meno conosciuti e/o meno celebrati. Sulla storia d'amore di Anna e Cavour, sullo sfondo
dell'organizzazione dei Moti mazziniani, è stata scritta una pièce teatrale che riporto di
seguito, lavoro del corso di Scrittura creativa.
 
Nina ,la giardiniera
Personaggi 
Principali  
Anna Schiaffino Giustiniani
Camillo Benso Conte di Cavour
Comparse 
Passanti  e portuali 
ATTO UNICO
Scena I
Porto di Genova, gran via vai di gente. Anna ,  genovese, trentenne colta e raffinata, incarnato pallido e capelli biondi, è la giardiniera della sezione ligure della Giovine Italia di Mazzini; è intenta in una delicata azione di volantinaggio per la raccolta dei fondi da destinare all’organizzazione dei Moti del ’33, che la vedranno protagonista. Indossa un abito repubblicano , stretto in vita , gonna larga , grembiule e fazzoletto sulla testa.                
Sotto l’ampia gonna nasconde dei volantini che tira fuori al momento opportuno. Lungo il porto degli uomini lavorano , turisti passeggiano e più in là , seduto su una panchina, intento a leggere un giornale economico, c’è Cavour che l’attende, deve comunicarle un’importante notizia.
  Anna 
( Ha visto Cavour; si muove rapidamente verso un passante per consegnargli un volantino)
Si abbisogna di  fondi! (in modo rapido e concitato)
L’Italia una ,democratica e repubblicana dovrà farsi! 
Scena II
Anna si avvicina a Cavour , il quale , chiuso il giornale, si appresta a parlarle con tono pacato: quello che sta per rivelarle, di certo non troverà la sua approvazione.
CAVOUR 
(la guarda fissa negli occhi e le tiene la mano)
L’anno scorso , avendo vivamente disapprovato i decreti di Carlo X, la polizia mi segnalò come persona sospetta e pericolosa e fui fortunato a non essere segnalato come carbonaro! Ma hanno continuato ad additarmi ai miei compagni e all’esercito come persona da evitarsi , capace del più nero e turpe tradimento. Perciò, vita mia, devo partire.
ANNA 
(visibilmente provata e in lacrime)
Quando la prima volta ti vidi nel mio salotto a Genova, pensai : verrà il giorno nel quale il suo ingegno sarà messo in evidenza.
Tu pieno di forza, di vita , di talento: tu chiamato a percorrere la più brillante carriera! 
Perché ora , questo reo tempo ti allontana da me! 
Lascerò la mia casa, i miei due figli e combatterò per la tua stessa causa. 
Trascorrono così alcuni mesi in cui fanno progetti di fuga insieme. Ma Cavour si innamora di un'altra donna, perdendo i  contatti con Anna.
   SCENA III
Nell'estate del '35 Cavour  promette di andarla a trovare a Voltri. Ma a Torino scoppia un'epidemia di colera ed è costretto  a rimandare il viaggio.
Anna scappa di casa per raggiungerlo,ma viene fermata da un ufficiale Sanitario. 
Cavour, avvisato , la rassicura.
Cavour, con tono deciso le scrive:
Anna io sto bene,non sono in pericolo, è meglio se torni a casa.
Anna, rassicurata, obbedisce.
             SCENA IV
Tornata a Genova, vive in un modesto caseggiato,ma in solitudine.
Seduta,ormai stanca e rassegnata,dopo aver scritto delle righe sul suo diario,ritenta per la seconda volta il suicido bevendo del veleno senza che la morte sopraggiunga, ma gli effetti conseguenti sono particolarmente dannosi
                                      SCENA V
Nella notte tra il 23 e il 24 aprile del 1841, Nina tenta per una terza volta il suicido,gettandosi dalla finestra della sua camera e facendo un salto di undici metri,ma non basta a stroncare all'istante la sua vita, deve aspettare ancora alcuni giorni prima di morire definitivamente.
L'ultima lettera a Cavour.
“ La donna che ti amava è morta, ella non era bella,aveva sofferto troppo. Quel che le mancava lo sapeva meglio di te.
È morta,dico, e in questo dominio della morte ha incontrato antiche rivali. Se essa ha ceduto loro la palma della bellezza nel mondo ove i sensi vogliono essere sedotti,qui ella le supera tutte: nessuna ti ha amato come lei.
NESSUNA!”.
 
Ciao Margherita, complimenti per il tuo blog. Interessante ho letto di fretta in ufficio, avrò modo con tutta calma, magari a casa, di leggere più attentamente gli articoli. Comunque sei stata una sorpresa, perchè non ti conoscevo sotto questo aspetto.
RispondiEliminaCody
Grazie. Sarò curiosa di sapere quale degli interventi ti è piaciuto di più. Dani mi diceva che ci sono problemi per lasciare commenti. Ho cercato di sbloccare tutto dalle impostazioni, ma evidentemente ci deve essere un'altra strada. Se la trovi, dammi info.
Eliminaa presto